Permessi per ristrutturare casa: quando serve la CILA o la SCIA?
Sei lì, al centro del tuo salotto, e la vedi già: quella parete che sparirà per dare luce all’open space dei tuoi sogni. L’entusiasmo è alle stelle, finché non arriva quel pensiero freddo e paralizzante: “Posso farlo davvero? Devo chiedere il permesso al Comune? E se mi fanno una multa?”.
Benvenuto nel mondo della burocrazia italiana. È il labirinto in cui si perde l’entusiasmo di chi decide di rinnovare casa da solo. La paura di sbagliare permessi per ristrutturare casa è legittima: un errore non significa solo rischiare l’abuso edilizio (e sanzioni salate), ma anche perdere il diritto ai preziosi Bonus Fiscali.
Ma fai un respiro profondo. La burocrazia è complessa, ma non deve essere un tuo problema. In questa guida faremo chiarezza definitiva sulla differenza tra CILA e SCIA, spiegandoti quali documenti per ristrutturare casa servono davvero e quando, invece, puoi procedere in totale libertà.
La differenza tra manutenzione ordinaria e straordinaria
Prima di affogare nelle sigle partiamo da una buona notizia: non sempre serve un permesso. Esiste un regno felice chiamato Edilizia Libera.
Se il tuo progetto di rinnovamento riguarda solo un restyling superficiale, la burocrazia è pari a zero. Stiamo parlando di manutenzione ordinaria.
Vuoi cambiare i pavimenti (senza toccare i massetti)? Sostituire le porte interne? Tinteggiare le pareti di un colore audace o rifare i rivestimenti del bagno senza modificare gli impianti? Per tutto questo, non devi chiedere nulla a nessuno. È la tua casa e sei libero di renderla più accogliente.
Le cose cambiano quando si passa alla ristrutturazione edilizia vera e propria o alla manutenzione straordinaria. Qui entriamo nel territorio delle pratiche edilizie, dove CILA e SCIA regnano sovrane.
CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata): quando è obbligatoria
La CILA per ristrutturazione è la regina indiscussa degli interventi d’interni. È la pratica che accompagna la maggior parte dei progetti di Casâbito, quelli che trasformano un vecchio appartamento in una casa moderna e funzionale.
Tecnicamente si applica alla Manutenzione Straordinaria Leggera. Cosa significa? Che stai modificando gli spazi interni senza toccare la struttura portante dell’edificio. Non è una richiesta di permesso (non devi aspettare che il Comune risponda “sì”), ma una comunicazione ufficiale che deposita un tecnico abilitato (architetto, geometra o ingegnere) sotto la sua responsabilità.
Esempi di lavori che richiedono la CILA
Dovrai presentare la CILA se il tuo progetto prevede:
- Spostamento di tramezzi interni: vuoi abbattere il muro tra cucina e soggiorno per creare un open space o spostare la parete della camera per ricavare una cabina armadio.
- Rifacimento completo dei bagni: non solo le piastrelle, ma il rifacimento delle tubazioni e degli impianti idrici (anche senza spostare le pareti).
- Nuovi impianti: il rifacimento dell’impianto elettrico o di riscaldamento.
Nota fondamentale: la CILA è il biglietto d’oro per accedere al Bonus Ristrutturazione 50%. Senza questa pratica registrata in Comune non potrai detrarre le spese. Per scoprire nel dettaglio tutte le agevolazioni a cui hai diritto, leggi la nostra guida completa su Bonus Ristrutturazione 2025: La Guida a Tutte le Agevolazioni.
SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): per gli interventi più complessi
Se la CILA copre le modifiche “leggere”, la SCIA per ristrutturazione entra in gioco quando il gioco si fa duro. Parliamo di Manutenzione Straordinaria Pesante o Ristrutturazione Edilizia vera e propria.
La SCIA serve quando le modifiche incidono sulla sicurezza statica dell’edificio o ne cambiano l’aspetto esterno. È una pratica più complessa che richiede calcoli strutturali e un livello di attenzione tecnica superiore.
Esempi di lavori che richiedono la SCIA
La differenza tra CILA e SCIA sta nella struttura. Ti servirà la SCIA per:
- Interventi su muri portanti: aprire un varco in una parete maestra (la famosa “cerchiatura”) per unire due stanze.
- Rifacimento del tetto o dei solai: interventi che toccano la struttura portante.
- Modifica dei prospetti esterni: ad esempio aprire una nuova finestra dove prima non c’era, o trasformare una finestra in porta-finestra.
Ristrutturare senza pensieri: la gestione delle pratiche edilizie secondo Casâbito
Ora conosci la teoria. Ma la pratica?
Nel metodo tradizionale sei tu a dover cercare un geometra esterno, farti preparare la pratica, coordinarlo con l’impresa edile, assicurarti che la fine lavori venga data in tempo e che l’aggiornamento catastale non venga dimenticato. È un secondo lavoro, fatto di PEC, marche da bollo e ansia.
Noi crediamo che questo non sia il tuo ruolo.
Il principio di Casâbito è semplice: la burocrazia è un problema nostro, tu non devi preoccuparti. Per saperne di più sul nostro approccio visita la pagina Come Lavoriamo.
Nel nostro servizio “chiavi in mano”, le pratiche edilizie per ristrutturazione non sono un extra da gestire a parte. La gestione burocratica rappresenta infatti la Fase 3 del nostro metodo ed è interamente inclusa nel nostro Contratto Unico.
Cosa significa per te?
- Internalizziamo la competenza: i nostri architetti e tecnici interni redigono il progetto e la pratica (CILA o SCIA).
- Unica responsabilità: non devi fare da tramite tra il tecnico e l’impresa. Siamo noi a garantire che ciò che è sulla carta corrisponda a ciò che avviene in cantiere, tutelandoti da abusi o errori.
- Aggiornamenti inclusi: alla fine dei lavori pensiamo noi alla variazione catastale e alla chiusura delle pratiche, consegnandoti una casa non solo bella, ma perfettamente in regola.
Ristrutturare non deve significare studiare normative comunali. Deve significare scegliere il parquet perfetto e immaginare la tua prima cena nel nuovo salotto. Al resto, ci pensiamo noi.
Vuoi capire quali permessi servono per la tua idea di casa? Vieni a trovarci in uno dei nostri Store oppure scrivici per parlare con un nostro architetto e scopri come il nostro metodo ti libera dalla burocrazia.